Documento di Compalit per le elezioni al Cun
19 dicembre 2014
L’Associazione per gli Studi di Teoria e Storia Comparata della Letteratura, in vista delle prossime elezioni al Consiglio Universitario Nazionale, sottolinea alcuni nodi politico-culturali prioritari di cui terrà conto nella valutazione delle candidature e dei relativi programmi elettorali:
1) Difesa senza compromessi del ruolo dell’università pubblica, del diritto allo studio e delle pari opportunità per l’accesso all’istruzione e alla ricerca, per arginare i provvedimenti ormai pluriennali che stanno sgretolando i diritti sanciti dalla Costituzione;
2) Impegno a sollecitare presso le istituzioni un serio piano di investimenti e di programmazione a medio/lungo termine su risorse e reclutamento, per uscire dal clima di emergenza continua che caratterizza questi anni. In particolare, è assolutamente urgente e necessario agire con provvedimenti normativi e finanziari (ma anche di politica culturale) per programmare una significativa immissione in ruolo di nuovi docenti, sia attraverso chiamate di abilitati sia attraverso posti da ricercatore con tenure track, evitando così che l’università si riduca a un nefasto miscuglio di verticismo e precarietà, con un vertice sempre più stretto di docenti strutturati e una base sempre più ampia di ricercatori “a termine”;
3) Garanzia di una tutela equilibrata di tutte le aree disciplinari, evitando che – soprattutto in una fase di stretta finanziaria – prevalgano i rapporti di forza e le posizioni di potere storicamente acquisite, tanto nella distribuzione delle risorse quanto nelle procedure di valutazione e reclutamento. In rapporto specifico alle discipline di riferimento, l’Associazione chiede un’adeguata valorizzazione dei profili e delle ricerche di tipo interdisciplinare (peraltro obiettivo strategico di Horizon 2020), contrastando gli arroccamenti su posizioni tradizionali o su sterili gerarchie dei saperi;
4) Impegno a contrastare l’attuale trasformazione dell’università in una grande corporation tecnocratica, riducendo l’assurdo processo di burocratizzazione che, attraverso parametri quantitativi e vincoli esteriormente formali, sta pregiudicando la qualità sostanziale della didattica e della ricerca scientifica.
Il Direttivo