18-19 dicembre 2015, Torino
E’ disponibile all’URL http://www.aiucd2015.unito.it/node/12 il programma per il quarto convegno annuale dell’AIUCD (“Digital Humanities e beni culturali: quale relazione?”). Gli interventi degli invited speaker sono distribuiti sui tre giorni del convegno: avremo come keynote speaker Franco Niccolucci, Scientific Director del VAST-LAB presso il PIN-Università di Firenze, e coordinatore di numerosi progetti di ricerca Europei nell’ambito del Digital Cultural Heritage; avremo inoltre come invited speaker Leif Isaksen, Senior Lecturer in History (Digital Humanities) alla Lancaster University, Caterina Bon, Direttore Generale della Direzione Generale “Educazione e Ricerca” del MiBACT e Davide Porporato, ricercatore di Antropologia dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale.
Il Convegno AIUCD 2015 è dedicato ad indagare la relazione tra Digital Humanities e il vasto ambito dei beni culturali, una linea di ricerca che è aperta sin dalla nascita delle DH.
Da un lato l’ambito dei beni culturali utilizza da lunga data strumenti, procedimenti, metodologie digitali, ma il loro utilizzo non implica necessariamente il riconoscimento di un loro ruolo scientificamente qualificante.
Dall’altro gallerie, biblioteche, archivi, musei custodiscono e danno accesso a contenuti che costituiscono l’oggetto di molte ricerche effettuate nell’ambito delle Digital Humanities.
È dunque interessante capire se strumenti e metodi dell’Informatica Umanistica hanno portato e porta ad una ridefinizione di processi teorici, metodologici e tecnici, fino a una vera e propria ri-concettualizzazione dei saperi nell’ambito dei beni culturali.
Almeno due questioni segnalano l’esistenza di una connessione: la riflessione teorica sulla gestione dell’informazione e dei dati contenuti nei testi sviluppata nell’ambito delle gestione delle biblioteche ha ricadute importanti per tutto l’ambito ampio delle Digital Humanities; la richiesta sempre crescente da parte dei bandi di finanziamento della ricerca di descrivere quale sarà l’impatto pubblico della ricerca progettata individua nella “relazione con la società” un elemento qualificante usuale nell’ambito dei beni culturali. Inoltre, se da un lato il mondo dei beni culturali ha avviato una propria riflessione che tocca anche le Digital Humanities, dall’altro le Digital Humanities si vedono spinte a comunicare oltre il ristretto circolo, spesso auto-referenziale, dell’accademia, e per far questo guardano e si ispirano alle metodologie di comunicazione e disseminazione del sapere che sono proprie del mondo Cultural Heritage. In conclusione, un incontro fra Digital Humanities e Cultural Heritage è già in corso, si tratta di agire e facilitare una cooperazione che risulti quanto più produttiva possibile per entrambi i campi.
Nel segno di questa apertura e desiderio di collaborazione con il mondo del Cultural Heritage, l’organizzazione del convegno è curata dal Centro di Ricerca Interdipartimentale per la digitalizzazione e la realizzazione di Biblioteche Digitali Umanistiche – MEDIHUM Memoria Digitalis Humanistica dell’Università di Torino.