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6 dic 2019

Compalit e la comparatistica oggi: relazione di fine mandato (2013-2019)

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Compalit e la comparatistica oggi

Relazione di fine mandato (2013-2019)

 

Al termine di questi sei anni di mandato, iniziato nel dicembre 2013 durante il convegno di Parma e rinnovato nel dicembre 2016 durante quello di Venezia, vorrei tracciare un rapido bilancio di questa esperienza alla guida di Compalit. È un quadro contrastato, fatto di luci e ombre, in cui vedo ostacoli superati e risultati ottenuti ma anche vicoli ciechi da cui bisognerà uscire con nuovo slancio e capacità di progettazione, e poi pazienza e fatica, e forse una bella dose di ottimismo della volontà. Ringrazio innanzitutto le amiche e gli amici del Direttivo che mi hanno affiancato in questi anni: la vicepresidente Clotilde Bertoni, Silvia Albertazzi, Stefano Ercolino, Giulio Iacoli, Guido Mazzoni e Mauro Pala. Abbiamo sempre condiviso tutto con impegno disinteressato e spirito autenticamente comunitario, qualità non proprio diffuse nell’ambiente accademico, spesso più affine a una parodia del feudalesimo che a una comunità umana e intellettuale. Ringrazio anche tutte le colleghe e i colleghi di vari Atenei con cui abbiamo organizzato i convegni annuali, capaci di un lavoro scientifico e pratico molto gravoso ma sempre all’altezza delle aspettative, che ha contribuito in modo sostanziale a far crescere Compalit come punto di riferimento delle comparatistica italiana.

Intanto due parole sul versante della comunicazione, ormai sempre più importante. Dopo vari problemi tecnici, la newsletter è stata ricostituita su un’altra piattaforma informatica e ora funziona in modo soddisfacente (chiunque non riceva i messaggi può segnalarlo al segretario dell’Associazione). Quanto al sito web, è stato creato ex-novo nel primo anno di mandato di questo Direttivo, recuperando fortunosamente anche alcuni materiali del vecchio sito, nel frattempo defunto. Oltre alle pagine statiche sull’Associazione, la homepage viene sempre aggiornata con le notizie relative al convegno annuale e a iniziative di vario tipo (convegni, giornate di studi, call for papers ecc.). Tra le risorse segnalo in particolare la sezione “Comparatistica”, che contiene informazioni sulle altre associazioni di settore, sulle riviste, sulla normativa universitaria e anche sulla situazione dell’organico, dei dottorati e degli insegnamenti relativi al s.s.d. L-FIL-LET/14 (cfr. la sezione “Didattica”, in particolare la “Mappa della didattica” – ancora in via di completamento – che fa seguito a una proposta avanzata durante l’assemblea dello scorso anno a Catania).

Nel corso di questi sei anni, l’impegno maggiore in termini di progettazione culturale è stato dedicato ai convegni annuali, in cui convergono tanto le finalità scientifiche quanto lo spirito “sociale” dell’Associazione, che per tre giorni molto intensi fa dialogare su un tema di comune interesse un ampio gruppo di studiosi, docenti, ricercatori e dottorandi, che qui trovano un’occasione unica per confrontarsi. La formula “itinerante” ne è lo strumento operativo: Bologna, Napoli, Venezia, Verona, Catania e Siena sono state le tappe di questa avventura condivisa da centinaia di persone, resa possibile soprattutto dalla proficua collaborazione con gli organizzatori locali (per una cronistoria si veda la sezione “Convegni”). Tutto questo ha trovato poi esito e forma stabile grazie alla rivista dell’Associazione, “Between”, che ha pubblicato gli atti dei convegni con cura impeccabile e grande sforzo della redazione, un lavoro molto impegnativo che non sempre occupa il davanti della scena e che deve essere adeguatamente valorizzato. Dunque davvero grazie.

Meno appariscente ma comunque importante l’attività dell’Associazione in termini di politica accademica e istituzionale. Abbiamo partecipato assiduamente alle assemblee del coordinamento di Area 10 del Cun. Abbiamo dialogato con le altre associazioni italiane di comparatistica, tentando di realizzare qualche progetto comune (si veda in particolare il convegno “Archiletture. Forma e narrazione tra architettura e letteratura”, Bologna, 3-5 maggio 2017, organizzato dietro impulso della Sicl ma con la partecipazione attiva di Compalit e della Consulta di Critica letteraria e letterature comparate). Compalit è stata chiamata a rappresentare la comparatistica anche in alcune iniziative specifiche del macrosettore 10/F (Italianistica e Letterature comparate), ad esempio una giornata di studi sui progetti di riorganizzazione dei settori disciplinari che si è tenuta a Padova il 20 giugno 2018, “La classificazione dei saperi accademici”. A livello internazionale, è stata recentemente rinsaldata l’affiliazione di Compalit all’Associazione internazionale di letterature comparate (Ailc/Icla) ed è in corso un dialogo anche con l’Associazione europea (Escl/Selc).

Quanto alla politica accademica in senso più stretto, legata specificamente al settore scientifico-disciplinare L-FIL-LET/14, il quadro è intessuto di alcune luci ma anche di molte ombre, che si sono probabilmente infittite nel corso del tempo. Quando venni eletto durante il convegno di Parma, nel dicembre 2013, dissi subito che avrei voluto dare a questa Associazione anche un ruolo esplicitamente politico, se è vero che il coordinamento e lo sviluppo dello studio teorico e comparato della letteratura (così lo Statuto) è un fine da perseguire non solo attraverso ottimi convegni, ma anche tentando di incidere sulle scelte normative, sui quadri istituzionali e in generale sullo statuto di un sapere strategico e dinamico, ma ancora decisamente marginalizzato nell’orizzonte accademico italiano. L’inizio è stato burrascoso, e la sorte ci ha messo subito alla prova: giusto un mese dopo, nel gennaio 2014, uscivano i risultati della prima Asn che portarono Compalit, unica tra le associazioni italiane di comparatistica, a pubblicare un comunicato in cui si lamentava “la rigidità a tratti fortemente conservatrice dei paradigmi con cui sono stati delineati i confini della disciplina ai fini dell’abilitazione, con una sostanziale prevalenza dell’ambito strettamente italianistico”. Non per niente, i mesi successivi sono stati dedicati a un obiettivo primario: restituire al settore concorsuale quell’autonomia che era prevista nella prima applicazione della Legge 240 e che al termine di un lungo percorso, nel 2015, con la collaborazione decisiva dei rappresentanti di Area 10 al Cun, è stata finalmente ottenuta (qui una sintesi della vicenda). In seguito l’Associazione ha costituito un gruppo di lavoro, coadiuvato da un membro della giunta della Consulta di Critica letteraria e letterature comparate, per rivedere alla luce di tale autonomia la lista delle riviste di fascia A, nella quale sono state inserite anche molte riviste internazionali mai considerate da Anvur (da notare che l’operazione rappresenta un unicum, quanto meno nell’Area 10). Sempre sul tema riviste, Compalit ha poi partecipato attivamente a una meritoria iniziativa del coordinamento di Area 10, per noi particolarmente vitale: una nuova classificazione delle riviste per “sub-aree” che possa ovviare almeno in parte a uno dei limiti maggiori di questa discutibile classificazione: l’impermeabilità tra i settori e dunque la penalizzazione dei percorsi interdisciplinari, con effetti nefasti che sono sotto gli occhi di tutti.

Poi però ci sono le ombre. È un dato di fatto che il raggruppamento disciplinare sia poco coeso e male organizzato. I numeri sono impietosi, come mostra l’evoluzione dell’organico negli ultimi anni: i professori ordinari sono al limite dei 20 che la legge prescrive come numero minimo per mantenere l’autonomia del settore concorsuale. Scendere sotto la soglia al prossimo bando dell’Asn significherà andare incontro a una nuova aggregazione con altro settore. Ma quel che è peggio, in questi anni non siamo stati in grado di sfruttare adeguatamente la faticosa riconquista dell’autonomia: finora, paradossalmente, il settore 10/F4 è riuscito a esprimere solo la minoranza delle varie commissioni Asn, con al massimo due membri su cinque e gli altri sorteggiati dal macrosettore di Italianistica. Per tacere il fatto che nell’ultima tornata solo due docenti del nostro settore risultavano nell’elenco dei commissari sorteggiabili. C’è insomma molto da fare, se vogliamo che gli studi teorici e comparati continuino a esistere in questo Paese, sia per offrire un insegnamento della letteratura all’altezza dei tempi che per dare prospettive ai tanti giovani studiosi che iniziano questa avventura.

Chiudo quindi con l’ottimismo della volontà, indicando alcune priorità a cui l’Associazione potrebbe dare un impulso decisivo: 1) Impegnarsi a livello locale, negli Atenei e i Dipartimenti, per far sì che vengano banditi concorsi di prima fascia nel nostro settore, unico modo per far crescere il numero degli ordinari e soprattutto per riconoscere il valore dei vari colleghi abilitati, spesso in attesa da molti anni; 2) Per i docenti di prima fascia, assumersi la responsabilità di candidarsi come commissari dell’Asn, lavoro molto gravoso ma indispensabile per garantire lo sviluppo del settore; 3) Impegnarsi in ogni sede concorsuale a valutare con attenzione, fatta salva la qualità scientifica, la coerenza del profilo dei candidati con il settore disciplinare e con le tendenze della ricerca a livello nazionale e internazionale; 4) Seguire con attenzione tutte le attività normative e istituzionali relative al sistema universitario, dalla questione delle riviste al demone della valutazione, dagli ordinamenti didattici all’annunciata (e poi sospesa) riforma dei settori disciplinari; 5) Incentivare il lavoro di Compalit Scuola, per rafforzare i rapporti sempre troppo laschi tra scuola e università e seguire i confusi progetti di riforma sui percorsi di abilitazione all’insegnamento; 6) Ricondurre all’unità di intenti di una vera comunità scientifica le varie componenti della comparatistica italiana, mirando sulla media durata anche a una ricomposizione delle tre associazioni attualmente esistenti; 7) Realizzare ogni iniziativa possibile per rafforzare e rendere riconoscibile il nostro ambito disciplinare, ad esempio: a) Organizzare incontri e giornate di studi sullo statuto, sui metodi e sulle prospettive degli studi teorici e comparati; b) Rafforzare i rapporti con le associazioni straniere, patrocinando iniziative all’estero o organizzando attività in Italia collegate a progetti internazionali; c) Coordinare in modo strategico l’elaborazione dei progetti Prin; d) Istituire un monitoraggio e un coordinamento dei dottorati in cui siano presenti curricula di teoria o di comparatistica.

Ora il testimone passa alle colleghe e ai colleghi che subentreranno alla Presidenza e al Consiglio Direttivo. Da parte mia confermo ogni disponibilità a coadiuvarli nel passaggio di consegne e anche in specifiche iniziative. Ringrazio ancora chi mi ha affiancato e faccio i migliori auguri a chi porterà avanti questo progetto nei prossimi anni. Buona fortuna!

Siena, 6 dicembre 2019.

Il Presidente, Federico Bertoni

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