Beatrice Seligardi, Lightfossil. Sentimento del tempo in fotografia e letteratura
(Postmedia Books, 2020)
Due immagini fotografiche, l’una di Francesca Woodman, l’altra di Marianne Breslauer, presentano una serie sorprendente di somiglianze: due donne, accostate a muri incisi dai segni del tempo, sembrano emergere, pietrificate, come negli antichi bassorilievi. A quest’impressione di morte, si aggiunge una sintassi misteriosa che le figure umane compongono con le tracce del passato iscritte nella calce: forme indecifrabili che alludono ma non dicono, indici di quello che è stato senza riuscire a trasformarsi in indizi certi. Come se fossero immagini-guida, e sulla scorta dell’immaginifica definizione celatiana di “figura di movimento”, queste due fotografie ci porteranno in un viaggio sentimentale attraverso le “poetiche dell’indicalità” nelle opere di Francesca Woodman, Agnès Varda, Max Klinger, André Breton, Deborah Levy, Sophie Calle, Louise Bourgeois e Mary Ruefle.