Montale, a cura di Paolo Marini e Niccolò Scaffai
(Carocci, 2019)
La storia della poesia italiana del Novecento si divide tra un prima e un dopo Montale. La sua opera è stata il termine di riferimento, lo spartiacque del secolo letterario, anche senza rovesciare vistosamente i canoni della poesia lirica. Al contrario, la sua centralità è dovuta alla capacità di acquisire elementi tematici e formali della tradizione rielaborandoli in un linguaggio poetico nuovo. È così che la poesia di Montale è riuscita a rendere percepibili e dicibili le cose intorno a cui tentiamo di costruire simbolicamente un senso e una memoria. In questo volume s’illustrano temi, forme e poetica di Montale, dando conto degli sviluppi della critica. Il quadro, vario ma coerente, contempla l’esame delle opere poetiche (da Ossi di seppia fino alle ultime raccolte), lo studio della prosa critica e d’invenzione, l’analisi dello stile, l’approfondimento delle relazioni con i modelli italiani (da Dante a Leopardi e oltre) e stranieri (Valéry, Eliot), i contatti con la musica e le arti figurative, la messa a fuoco di questioni filologiche.