In seguito alla pubblicazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 agosto 2023, la sezione Compalit per la Scuola ha stilato un documento per evidenziare i punti più discutibili del nuovo provvedimento e per invitare alla mobilitazione su questo momento delicatissimo della formazione iniziale. Qui sotto il testo approvato dal Direttivo:
C’è chi dice NO
Un ennesimo attacco alla funzione pubblica e civile della Scuola e dell’Università. È difficile definire in altri termini il recente Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 agosto 2023, intitolato “Definizione del percorso universitario e accademico di formazione iniziale dei docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, ai fini del rispetto degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Dopo decenni di riforme, regimi transitori e soluzioni pasticciate, il nuovo provvedimento rischia di danneggiare in modo irreversibile un passaggio strategico e delicatissimo come la formazione dei docenti per le scuole della Repubblica.
Questi, in estrema sintesi, gli aspetti più iniqui del nuovo provvedimento:
1) Il decreto carica il peso finanziario dell’anno abilitante sulle spalle di famiglie e studenti, costruendo l’ennesimo sistema “a costo zero” per le finanze pubbliche, con cifre esorbitanti per pochi mesi di formazione (2500 euro per il percorso da 60 cfu, 2000 per quelli da 36 o 30 cfu, ai quali si aggiunge l’assurdo pagamento di 150 euro per l’esame finale). Il fatto di potersi pagare o meno i crediti, secondo la logica mercantile che ormai governa anche l’università pubblica, determinerà un’iniqua selezione degli aspiranti all’abilitazione in termini di classe e censo, in palese violazione dei principi costituzionali.
2) Il decreto consente di fatto la partecipazione attiva in questo processo delle università telematiche private, aprendo una contraddizione grave riguardo alla funzione istituzionale del nostro sistema formativo universitario statale. Già l’intervento delle telematiche nell’erogazione dei 24 cfu psicopedagogici ha segnato una brutta pagina nella storia dell’università italiana, esperienza che ora rischia di ripetersi su scala maggiore, e di fatto in forma sistemica, ai danni delle famiglie e degli studenti, attraverso un gigantesco “business” indegno della cultura e della civiltà del nostro paese.
3) Il decreto non prevede alcuna forma di partecipazione alla progettazione dei percorsi da parte delle istituzioni scolastiche, che sono chiamate esclusivamente a ospitare i tirocinanti senza avere alcuna voce in capitolo sulla loro formazione.
4) Il decreto impone una tempistica irricevibile, prevedendo la conclusione dei percorsi abilitanti entro il 31 maggio 2024 (28 febbraio per i 30 cfu), quando di fatto i tempi necessari per l’accreditamento non consentono di iniziare le attività prima di metà gennaio. Questo impedisce di poter organizzare un piano formativo organico, credibile, efficace.
Chiunque abbia a cuore la Scuola e l’Università della Costituzione deve mobilitarsi per ottenere questi obiettivi minimi:
1) Pretendere forme di decontribuzione totale o parziale, con gratuità dell’anno abilitante per studentesse e studenti con ISEE fino a 25.000 euro e una contribuzione crescente per gli altri, ma con cifre fino a un massimo di 500 euro;
2) Agire a tutti i livelli, sia ai fini di una correzione del testo del decreto, sia rispetto alla sua applicazione, affinché soggetti privati non possano erogare la formazione abilitante in regime di concorrenza sleale con le università pubbliche statali;
3) Ridurre drasticamente la percentuale di attività erogabili in modalità telematica (che per questo e il prossimo a.a. è del 50%);
4) Esentare da ulteriori oneri economici chi abbia già maturato i 24 cfu previsti dall’ordinamento previgente;
5) Sensibilizzare i colleghi, gli studenti e in generale tutti i cittadini rispetto alla reale natura del provvedimento, ricorrendo anche a forme di mobilitazione collettiva (manifestazioni, assemblee, occupazioni simboliche, appelli alla stampa e all’opinione pubblica).
Compalit per la Scuola
Aderiscono al documento (lista in aggiornamento): Sifr Scuola, Aisna, Link Coordinamento Universitario, FLC-CGIL Toscana, Rete29Aprile, Agorà33. La nostra scuola, Gruppo di ricerca VeVe – Verga e il Verismo