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Figure del desiderio. Retorica, temi, immagini

Pisa, 13-15 dicembre 2012

Figure del desiderio

Sullo stesso argomento “Between, III, 5, 2013
PROGRAMMA

 

 

 

 

Tema

“Desiderio” è parola fondamentale nella letteratura, nella riflessione estetica e filosofica e, ovviamente, nella psicoanalisi. Eppure la condizione contemporanea secondo molti è caratterizzata proprio dall’estinzione del desiderio. Quanto più la società occidentale sembra mettere a disposizione di tutti possibilità illimitate di godimento, tanto più l’essenza stessa del desiderio (tensione destinata a non risolversi mai, confronto ineludibile con il limite e con la legge) rischia di smarrirsi, confondendosi con un edonismo vuoto, ferocemente e inutilmente compulsivo: «la parola desiderio contiene in sé lo scandalo di una insoddisfazione perennemente rinnovata; non ha nulla a che vedere con il godimento autistico. Il godimento che non dissipa la vita ma la rende vivibile è il godimento che conosce il limite […] Non si può avere tutto, godere di tutto, sapere tutto, essere tutto. Senza questo desiderio esiste solo consumo freddo senza soddisfazione reale» (Massimo Recalcati).
Alla luce di una simile riflessione ci è sembrato quasi doveroso, dopo esserci dedicati alla Legge, proporre il Desiderio come tema del Convegno annuale dell’Associazione per gli Studi di Teoria e Storia Comparata della Letteratura. Si tratta senza dubbio di una sfida per eccesso, dal momento che dire desiderio e dire letteratura è quasi la stessa cosa. La letteratura nasce dal desiderio: di ascoltare la storia, di vivere altre vite, di inventare e abitare altri mondi possibili. Non a caso uno dei personaggi più affascinanti della letteratura universale è Sharazade, che trasforma il racconto (e il desiderio di ascoltare il racconto) in principio di vita e strumento di salvezza, inaugurando un meccanismo testuale d’imperitura fortuna, dalla novellistica antica al romanzo d’appendice, per finire a Borges e Calvino. La letteratura è desiderio in quanto parla di desideri e di personaggi desideranti (come pure naturalmente del venir meno del desiderio, ad esempio nell’invecchiamento) – che poi l’oggetto agognato sia il piacere sensuale, l’amore, la conoscenza, il potere, la ricchezza, l’ascesa sociale, l’assoluto, poco importa; la trama stessa è – secondo il critico Peter Brooks – una macchinazione del desiderio, messa in moto dal desiderio attivo dell’eroe e che si sviluppa seguendo le sue mosse e macchinazioni per rimuovere gli ostacoli frapposti alla sua realizzazione. Ancora più a fondo, la letteratura può essere considerata una grandiosa formazione di compromesso, volta a esprimere tutta l’intensità dei desideri più reconditi disinnescandone però la carica autisticamente distruttiva: è questa la grande lezione di un maestro scomparso di recente, Francesco Orlando, al quale questo convegno è doverosamente dedicato.

 

Comitato scientifico
Massimo Fusillo, Chiara Lombardi, Clotilde Bertoni, Mario Domenichelli, Marina Giaveri, Gian Piero Piretto, Marina Polacco, Arrigo Stara, Sergio Zatti, Stefano Brugnolo.